In base alle modalità dei proventi ottenuti, i fondi comuni possono essere di due tipi: fondi ad accumulazione dei proventi e fondi a distribuzione dei proventi.
Fondi ad accumulazione. Non distribuiscono i proventi realizzati, ma, sia gli utili conseguiti con la compravendita, sia gli interessi o i dividendi incassati sui titoli, sono reinvestiti nel fondo e vanno ad incrementare il valore della quota e quindi del patrimonio. E’ comunque sempre possibile per il risparmiatore richiedere in qualsiasi momento il rimborso, anche parziale, del capitale investito.
Fondi a distribuzione. Distribuiscono periodicamente (ogni 3, 6 o 12 mesi) gli utili ottenuti con la gestione dei titoli. In base all’andamento del fondo vengono distribuiti interessi, cedole e plusvalenze. In ogni caso, secondo una disposizione della Banca d’Italia, i fondi possono distribuire i proventi anche in caso di performance negative, relativamente agli interessi maturati dai titoli a reddito fisso.
Il sottoscrittore non è comunque obbligato ad incassare la cedola, ma può dare ordine, al momento della sottoscrizione o anche successivamente, di reinvestirla automaticamente. In questo caso il fondo a distribuzione diventa come un fondo ad accumulazione.
Dopo lo stacco delle cedole il valore della quota (definito quotazione ex) è inferiore a quello del giorno precedente. Per cui i sottoscrittori che hanno incassato le cedole hanno percepito un guadagno immediato e le quote in loro possesso avranno un valore inferiore. Invece, i sottoscrittori che hanno reinvestito le cedole hanno ottenuto, non un aumento del valore delle quote (come succede con i fondi ad accumulazione), ma un certo numero di quote in più, corrispondente all’ammontare dei proventi.
I fondi a distribuzione soddisfano le esigenze dei sottoscrittori abituati ad incassare periodicamente le cedole dei titoli di Stato. Ecco perchè quasi tutti sono obbligazionari.
Occorre precisare che la maggior parte dei risparmiatori sono orientati verso i fondi ad accumulazione.
Chi invece ha esigenze di un reddito periodico, piuttosto che i fondi a distribuzione, preferisce sottoscrivere un piano di rimborso programmato, decidendo l’importo del rimborso e le scadenze, garantendosi così la certezza di un introito fisso. In pratica, il risparmiatore dà disposizione alla Società di gestione che gli venga prelevato dal fondo un certo importo, a scadenze determinate (che possono essere mensili, trimestrali, semestrali o annuali), e accreditato sul proprio conto corrente. La disposizione del rimborso programmato può essere comunque sospesa o variata in qualsiasi momento nell’importo e nelle scadenze. Il rimborso programmato deve essere previsto dal regolamento del fondo.