Tra le politiche economiche che un governo può porre in atto, la più importante è quella di bilancio. Con la politica di
bilancio il governo sceglie l’ammontare desiderato di deficit o di surplus del bilancio dello Stato. L’obiettivo è di influenzare così in senso ottimale la situazione macroeconomica del Paese.
Il primo effetto della politica di bilancio è sulla domanda. Può essere diretto (aumento o diminuzione della spesa pubblica in beni o servizi) o indiretto (incremento o riduzione del reddito disponibile dei soggetti economici mediante modifica verso l’alto o il basso delle imposte).
La politica di bilancio incide sulle quantità, ma ha anche conseguenze sulla composizione della domanda. Per esempio,
una politica espansiva può essere condotta in modo tale da aumentare il peso dei consumi pubblici a detrimento degli
investimenti privati oppure in modo da ottenere l’effetto inverso.
Inoltre, proprio perché una politica espansiva richiede di reperire somme ingenti sul mercato dei capitali, tende a generare spinte al rialzo sui rendimenti obbligazionari. Questo andamento, se si realizza, tende a sua volta ad attirare capitali
esteri, con conseguente rivalutazione della valuta nazionale sulle monete straniere. L’apprezzamento della moneta tende
a innalzare le importazioni e a deprimere le esportazioni, ponendo in questo modo le condizioni per la creazione o l’ampliamento del disavanzo commerciale. Trova così spiegazione perché una politica di bilancio espansiva tende a favorire
la formazione dei cosiddetti deficit gemelli, ossia della bilancia commerciale e del bilancio dello Stato.
Influenzando la domanda, la politica di bilancio incide, indirettamente, anche sul livello della produzione, a condizione
però che l’economia nazionale non si trovi in uno stato di piena occupazione o di massimo utilizzo degli impianti. In tal
caso, non potendo aumentare le quantità prodotte, salgono soprattutto i prezzi.
Oltre a questi effetti che sono di breve periodo, ve ne sono altri che invece permangono a lungo nel tempo. Una politica
espansiva comporta nel futuro, in primo luogo, una maggiore pressione fiscale. Tutto ciò che viene preso a prestito oggi
deve infatti essere restituito, con gli interessi, domani. Per reperire le risorse necessarie per il rimborso non resta altro
che aumentare le aliquote fiscali (o tagliare drasticamente le spese pubbliche; il che peraltro è una forma di tassa occulta).
In secondo luogo, una politica espansiva tende a comprimere i livelli futuri di produzione, in specie se le maggiori spese
pubbliche hanno natura corrente. Il risparmio che serve a finanziarle viene consumato a discapito degli investimenti.
Che, dell’attività produttiva e dell’occupazione, sono la benzina.