Il mutuo con il tasso Bce è frutto della Comunità Europea, e la sua introduzione è stata determinata dall’apertura a cui le banche italiane si sono dovute adattare nei confronti delle soluzioni di carattere più europeo. Si tratta di mutui a tasso variabile, che come sottostante, anziché riferirsi all’euribor, come tasso di indicizzazione, si riferiscono al tasso Bce.
Il tasso Bce rappresenta il ‘tasso di sconto’ ovvero il prezzo ufficiale del denaro per quanto riguarda la zona euro a differenza dell’euribor, che oltre ad essere influenzato dal tasso Bce, viene determinato anche sulla base dei rumors ed aspettative del mercato, dalla quantità della liquidità in circolazione, e dal volume di transazioni operate dalle principali banche europee. Per cui è evidente che il Tasso Bce ha carattere più stabile rispetto all’euribor, per il quale tra l’altro le quotazioni avvengono con cadenza giornaliera. Ma rappresenta comunque un fattore di indicizzazione dei mutui a tasso variabile, perché si tratta di un tasso che nel corso del tempo subisce delle modifiche (in aumento o diminuzione a seconda delle politiche monetarie adottate dalla Bce, in quanto è la leva che utilizza per agire sull’inflazione).
Gli svantaggi non sono direttamente legati al tasso Bce, ma alla scelta delle banche di applicare degli spread molto più elevati: se un mutuo a tasso variabile indicizzato all’euribor ha in media uno spread dell’1,30%, nel caso di un mutuo a tasso variabile indicizzato al Tasso Bce lo spread sale al 2,30%.
Oggi comunque la maggior parte delle banche più importanti, anche quelle online, offrono la possibilità di scegliere un mutuo a tasso variabile indicizzato all’Euribor. Ma prima di orientare la scelta verso questo tipo di mutuo bisogna fare molta attenzione allo spread applicato, ed anche alle altre limitazioni (ad esempio percentuale di copertura del finanziamento) messe in atto. Le banche infatti tendono a non incentivare questa tipologia di mutuo.