In un momento di grave crisi economica e finanziaria come questo i giovani sono sempre più confusi e disorientati riguardo la proficua ricerca di un lavoro che li soddisfi e che sia inoltre interessante e proficuo sia dal punto di vista professionale che sotto il profilo economico e della propria soddisfazione personale.
Uno degli atteggiamenti che negli ultimi tempi molti giovani tendono ad avere è proprio quello di sentirsi disorientati nella scelta del proprio futuro, dato anche il terrorismo psicologico da parte dei media e dei mezzi di comunicazione, che spesso parlano di crisi e di difficoltà a trovare un lavoro che non sia precario e che garantisca buone possibilità di sussistenza.
In effetti, la realtà dei fatti sembra dare ragione ai mezzi di telecomunicazione, anche perché sono in pochi i giovani che, una volta terminati gli studi, riescono davvero a trovare lavoro; e quei pochi che ci riescono, poi, spesso si devono “accontentare” di svolgere attività e professioni che non hanno davvero nulla a che vedere con il loro percorso di studi e con le loro specializzazioni, e la maggior parte delle volte non si tratta quasi mai di posti di lavoro a tempo indeterminato, ma di ruoli precari e che non offrono alcuna garanzia, né dal punto di vista economico né sotto il profilo personale.
Capita così sempre più spesso che un diciottenne, appena diplomato, non sappia cosa fare della propria situazione, e si trovi così sempre più in balìa dei consigli di amici, parenti e genitori, che lo indirizzano verso questa o quella strada senza effettivamente sapere se la reale predisposizione del ragazzo sia quella da loro ritenuta opportuna.
E succede poi sempre più spesso che il giovane in questione, confuso, disorientato e con mille dubbi, decida poi di intraprendere la strada consigliata dagli amici o dalla famiglia arrivando così a fare qualcosa che non lo soddisfa pienamente o che comunque non sarebbe di suo reale interesse.
Il consiglio che si può dare in questi casi è uno e uno soltanto: mai dare troppo credito a ciò che gli altri ritengono giusto o opportuno per noi, visto che la scelta del proprio futuro è qualcosa di troppo delicato e fragile per delegarla a qualcun altro.
Il secondo consiglio che ci sentiamo di dare è quello di informarsi e di formarsi relativamente ai percorsi che la società offre per intraprendere la propria strada nel modo più autonomo e corretto possibile.
Da un lato, informarsi significa conoscere realmente tutto ciò che la società offre: e parliamo soprattutto degli eventuali percorsi di studio post scolastici e dei loro sbocchi lavorativi, ma anche delle professioni che è possibile svolgere a partire dal conseguimento del diploma, perché ciò che non si dice mai ma che in effetti andrebbe sempre detto è che non è necessario che tutti intraprendano la carriera universitaria.
Se così fosse, infatti, il mondo non sarebbe più equo e andrebbero a mancare moltissimi ruoli che nella società ad oggi consideriamo molto importanti: pensiamo a quello del fornaio, del macellaio, del panettiere, e moltissimi altri per i quali non è necessario conseguire una Laurea ma servono altresì altre condizioni essenziali, come la passione, lo spirito di sacrificio, la flessibilità e l’intraprendenza.
In secondo luogo, formarsi: la formazione è in effetti un concetto che ad oggi viene considerato come limitato ad alcune attività, ma che invece dovremmo tutti imparare a trattare come elemento utile ed indispensabile nella propria vita.
Molti ritengono che una volta ottenuto il posto di lavoro tanto agognato, ci si possa sentire giustificati se “ci si accomoda” alla propria poltrona rifiutando ogni opportunità di formazione e di crescita professionale. Invece, tenersi sempre al passo con i tempi ed in costante e continuo aggiornamento – non solo riguardo il proprio mestiere, ma anche abbracciando altre attività anche extra professionali – significa al giorno d’oggi tenere sempre il cervello in costante allenamento, ma soprattutto distinguersi dagli altri ed avere una grande marcia in più.